In controtendenza rispetto all’andamento generale, con l’aumento record del 7,5% del fatturato l’industria alimentare garantisce gli approvvigionamenti sugli scaffali di mercati, negozi e supermercati dove vanno evitati inutili e pericolosi affollamenti. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Istat su fatturato ed ordini industriali a febbraio 2020 rispetto allo scorso anno. Sono oltre tre milioni gli italiani – sottolinea la Coldiretti – hanno continuato a lavorare nella filiera alimentare, dalle campagne all’industrie fino ai trasporti, ai negozi e ai supermercati, per garantire continuità alle forniture di cibo e bevande alla popolazione. L’approvvigionamento alimentare – sottolinea la Coldiretti – è assicurato in Italia grazie al lavoro di 740mila aziende agricole e stalle, 70mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione tra negozi, supermercati, discount e mercati contadini di Campagna Amica. Ma per non far marcire i raccolti nelle campagne e continuare garantire le forniture alimentari alla popolazione sono necessari lavoratori per sostituire molti dei 370mila stagionali stranieri tradizionalmente impegnati nei lavori agricoli in Italia ed ora bloccati alle frontiere per le misure di sicurezza antipandemia. “E’ quindi ora necessaria subito una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa consentire da parte di cassaintegrati, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università attività economiche ed aziende sono chiuse e molti lavoratori in cassa integrazione potrebbero trovare una occasione di integrazione del reddito proprio nelle attività di raccolta nelle campagne afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel precisare che “l’Italia ha bisogno di scelte pragmatiche per il bene del Paese, come quelle che riguardano l’agricoltura e la produzione alimentare”. Una esigenza che si è fatta drammatica con il calendario delle raccolte che si intensifica con l’avanzare della primavera. Dopo fragole, asparagi, carciofi, ortaggi in serra (come meloni, pomodori, peperoni e melanzane in Sicilia) con l’aprirsi della stagione i prodotti di serra lasceranno il posto a quelli all’aperto, partendo dal sud per arrivare al nord. Le raccolte di frutta delle prossime settimane stanno partendo con la raccolta delle ciliegie in Puglia, a seguire partirà la raccolta delle albicocche, poi prugne e pesche, sempre iniziando dal meridione, per poi risalire lo stivale ed arrivare, con la scalarità delle diverse varietà fino a settembre. A maggio inizia la raccolta dell’uva da tavola in Sicilia, a giugno le prime pere, ad agosto le prime mele e l’inizio della vendemmia mentre a ottobre- conclude la Coldiretti – inizia la raccolta delle olive e a novembre quella del kiwi.
CORONAVIRUS: CON +7,5% ALIMENTARE RIEMPIE SCAFFALI Sos manodopera nei campi con avvio stagione raccolti
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