CONSORZI DI BONIFICA PUGLIA: 4 ANCORA COMMISSARIATI -- PERSI 986 MILIONI DI FINANZIAMENTI -- LA BONIFICA CHE NON C'E' Intervista esclusiva a Massimo Gargano DG ANBI

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Si sono concluse in Italia due “settimane” molto speciali: la “Settimana della Biodiversità” e la “Settimana della Bonifica e dell’Irrigazione”. Due settimane che "involontariamente" hanno molte affinità e punti in comune.

Una grande pianta di fico di oltre 20 anni, importante testimonianza della biodiversità pugliese, campeggia nel canale a Zuddeo Minervino, ostruendolo completamente, nell’area di competenza del Consorzio di Bonifica commissariato Ugento Li Foggi e denuncia con la sua presenza la evidente mancanza (da decenni) di opere di pulizia.

Ne parliamo in un'intervista esclusiva con Massimo Gargano, Direttore Generale dell'Associazione Nazionale Bonifica e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue.

Direttore Gargano: posso chiederle una sua riflessione su queste due “situazioni”.

R: In Puglia la situazione dei Consorzi di bonifica risulta di grande complessità, infatti 4 dei sei Consorzi sono stati gestiti da Commissari per molti anni, alcuni sin dagli anni novanta, altri negli anni 2000 e, quindi, da un Commissario unico. Nei Consorzi commissariati la Regione Puglia con legge 4/2003 impose la sospensione dell’emissione dei ruoli di contribuenza disponendo, nel contempo, che alla relativa copertura avrebbe provveduto la Regione stessa destinando le relative risorse in sede di bilancio, sostituendosi ai contribuenti.

Le somme destinate ai 4 Consorzi a tale titolo, secondo la ”bizzarra” interpretazione della Regione, sarebbero state erogate a titolo di anticipazioni. In alcuni documenti tali somme vengono addirittura ricomprese nell’ammontare dei debiti dei Consorzi. Peraltro, è evidente l’infondatezza di tale impostazione atteso che i consorziati, cui andrebbero richieste le relative somme, non erano certamente responsabili né avevano partecipato in alcun modo alla gestione di tali somme che nella sostanza avevano il solo scopo di pagare le spese del personale.

In tale situazione la Regione con legge 37/2014 aveva disposto nuovamente la sospensione della riscossione dei contributi per gli immobili urbani impegnandosi ad erogare ai Consorzi commissariati circa 1,5 milioni di euro; dall’altro, dispose per il secondo semestre 2014 una erogazione a favore dei 4 Consorzi commissariati della somma complessiva di 8 milioni e 500 mila euro, per un totale di circa 10 milioni di euro, al fine di consentire l’attuazione delle leggi regionali 12/2011 e 4/2012 finalizzate ad erogare ai Consorzi le somme utilizzate unicamente per il pagamento degli stipendi al personale.

In tale periodo i Consorzi, non disponendo quindi di adeguate risorse finanziarie, non erano stati in grado di svolgere le attività di manutenzione ordinaria delle opere di bonifica idraulica - le quali garantendo beneficio giustificano l’imposizione del contributo - assicurando esclusivamente l’irrigazione, per la quale era invece stato possibile emettere i relativi contributi.

In questi giorni inoltre vengono recapitati avvisi di contribuenza per la bonifica anche dell’area infetta da Xylella: ma di quali aziende, di quali produzioni e di quale bonifica stiamo parlando in un territorio martoriato come il Salento, con agricoltori senza reddito e blocco degli espianti degli alberi secchi da Xylella dal Tar.

Dopo anni di commissariamento non si è ancora arrivati ad una riforma seria del Consorzi di Bonifica in Puglia: ma al di là del denaro, pur ingente, che serve, cosa effettivamente osta per un ritorno alla gestione diretta del mondo agricolo.

R: Dobbiamo ricordare che l’attuale Presidenza della Giunta Regionale e la maggioranza delle forze politiche in seno al Consiglio regionale, hanno espresso la volontà di voltare pagina e consentire che i Consorzi commissariati possano finalmente tornare alla forma di autogoverno che contraddistingue questa istituzione in tutto il Paese.

Si ricorda inoltre che con la citata LR n. 1/2017, che non ha ancora trovato applicazione, dal 21 settembre 2017 i Consorzi Arneo, Ugento Li Foggi, Stornara e Tara e Terre d’Apulia avrebbero dovuto essere soppressi e le loro funzioni essere contestualmente trasferita al Consorzio unico Centro-Sud Puglia.

E’ necessario, come già fatto dalle altre realtà regionali contermini (Molise, Basilicata), certificare con atto deliberativo della Giunta regionale la cristallizzazione della situazione debitoria dei Consorzi commissariati. La Regione dovrà determinare l'ammontare complessivo delle passività prodotte per opere e servizi strettamente connessi alla bonifica; l'ammontare delle esposizioni debitorie per prestiti o mutui in essere; l'ammontare complessivo dei crediti effettivamente esigibili per ruoli di bonifica, canoni ed altri titoli attivi in termini di competenza e di residui; il valore attuale, determinato mediante stima analitica, degli immobili in proprietà che risultano alienabili in quanto non essenziali per l'esercizio dei compiti istituzionali; la risultante massa passiva netta costituita dall'ammontare delle passività detratti i crediti esigibili, gli oneri di ammortamento dei prestiti e mutui in essere e i valori degli immobili alienabili. Tutto quanto ciò consentirà alla Giunta regionale di predisporre un piano di intervento finanziario da parte della stessa diretto all'azzeramento della massa passiva netta gravante sul bilancio di ciascun Consorzio, articolato in più misure e graduato nel tempo, di ciò la Regione deve assolutamente farsene carico. Per la riduzione della massa debitoria pregressa ANBI ha proposto la istituzione di un fondo regionale destinato al soddisfacimento dei creditori, compresa la Regione

Sono 230 su 257 i comuni pugliesi a rischio di dissesto idrogeologico e le opere di manutenzione da ordinarie sono divenute straordinarie per l’incuria e l’abbandono. Manca un’adeguata politica di prevenzione e di governo del territorio con fenomeni meteorologici sempre più intensi e danni ingenti che rendono ormai improcrastinabile e vitale una programmazione urgente e complessiva delle politiche territoriali.

Secondo lei quando inizieranno gli investimenti e gli interventi, a chi spetta effettuarli e con quale impegno di spesa. Quale potrà essere il ruolo che potrà avere l’ANBI.

R: Il ventennale commissariamento dei Consorzi di Bonifica in Puglia, dei quali apprezziamo soltanto il gran lavoro fatto dall’ultimo Commissario, Avv. Alfredo Borzillo, sta facendo perdere risorse vitali per le manutenzioni ordinarie e straordinarie, per innovare le reti, ammodernare e rendere più efficiente l’infrastrutturazione, come colpevolmente dimostrato anche dalla grande assenza per progetti non presentati a valere sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con fondi destinati agli investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche.

Sono 968 i milioni di finanziamenti arrivati al sistema consortile nell’ultimo quinquennio che non sono stati utilizzati dai Consorzi di Bonifica commissariati per dare il via alle opere irrigue vitali allo sviluppo rurale della Puglia, mentre nel biennio passato i consorzi pugliesi del foggiano, non commissariati, hanno ricevuto da fonti statali il finanziamento di interventi per oltre 3 milioni di euro.

Sono occasioni perdute per finanziare gli interventi idrici e di riassetto del territorio nei prossimi anni, così come è andata persa finora l’opportunità di ridisegnare la bonifica integrale in Puglia, dove sono drammatici gli effetti dell’incuria e delle mancate opere di bonifica sul territorio, tanto tangibili che siamo riusciti a documentarli. Si sono consolidate nel tempo nuove e inevitabili esigenze di manutenzioni straordinarie delle opere pubbliche di bonifica che non possono e non devono essere scaricate sull’incolpevole platea di utenti, i quali hanno, loro malgrado, già subito nell’ultimo ventennio innumerevoli danni per mancata manutenzione.

L’ANBI resta disponibile ad assicurare la propria collaborazione al fine di consentire finalmente ai Consorzi, da anni commissariati, che proprio per la natura dei Commissariamenti che gestiscono le quotidianità sino al loro superamento fanno maggiore difficoltà ad operare strategicamente per il futuro, di tornare a svolgere il proprio ruolo insostituibile di ente pubblico economico ad autonomia funzionale e di autogoverno delle categorie interessate, alla luce del principio di sussidiarietà e nel rispetto dell’accordo Stato-Regioni stipulato il 18 settembre 2008 e quale punto di riferimento rispetto alle opportunità offerte dal PNRR.

A conclusione della Settimana Nazionale della Bonifica e dell'Irrigazione, promossa dall'ANBI ci sono state le aperture straordinarie delle "cattedrali dell'acqua” come le grandi centrali idrovore e gli impianti idraulici, che garantiscono sicurezza "dalle acque" e gestione "delle acque" al Paese. 

Ma possiamo dire che, soprattutto per il Sud, il Sistema Acqua (sicurezza-gestione) deve essere ancora seriamente avviato.

R: In Puglia i consorzi di bonifica rappresentano strumenti di utilità pubblica straordinaria, dato che nel settore irriguo gestiscono una superficie servita da opere di irrigazione di oltre 210mila ettari, 102 invasi e vasche di compenso, 24 impianti di sollevamento delle acque a uso irriguo, 560 chilometri di canali irrigui e circa 10.000 chilometri di condotte tubate.

La mancanza di una organica politica di bonifica e irrigazione comporta che lo stesso costo dell’acqua sia stato e continui ad essere caratterizzato da profonde ingiustizie. Per questo vanno rivisti gli accordi fatti con la Regione Basilicata, circa il ristoro del ‘danno ambientale’ e con la Regione Molise per la realizzazione di una condotta di 10 km per drenare acqua dall'invaso del Liscione fino all'invaso di Occhito. Si sono consolidate nel tempo nuove ed inevitabili esigenze di manutenzioni straordinarie delle opere pubbliche di bonifica che non possono e non debbono essere scaricate sugli utenti, i quali hanno, loro malgrado, subito nell’ultimo decennio innumerevoli danni per mancata manutenzione e oggi non possono soggiacere agli effetti di percorsi legislativi impraticabili e deleteri.

La tropicalizzazione del clima sottopone ormai ciclicamente alla violenza di nubifragi e bombe d’acqua che si abbattono su un territorio fragile, dove l’incuria e la mancanza di opere di manutenzione ordinaria dei canali e delle reti di scolo aggravano la situazione. Serve un piano organico pluriennale per gli interventi di manutenzione straordinaria, al fine di non gravare di oneri impropri i consorziati, già colpiti sia patrimonialmente che nella formazione del reddito, in considerazione dei ripetuti danni subiti, a causa della mancata manutenzione delle strutture di bonifica e che realizzi investimenti in infrastrutture irrigue e, soprattutto, avvii fattivamente interventi di manutenzione straordinaria degli impianti irrigui collettivi, pozzi compresi e delle reti di distribuzione di acqua potabile nelle aree rurali.