PIANO 2020-2021: TUTTI A SCUOLA... PERPLESSI

Primo piano
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 Il decreto ministeriale relativo alla “Adozione del Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione per l’anno scolastico 2020/2021” è stato pubblicato sul sito del ministero dell'istruzione (link: DM Adozione Piano Scuola 2020-2021.pdf) . Il risultato è stato raggiunto - come hanno spiegato in una nota congiunta il Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, e Cristina Grieco (Assessore della Regione Toscana e Coordinatrice della Commissione Istruzione e lavoro della Conferenza delle Regioni) - grazie al ruolo determinante delle Regioni. Un impegno che ha portato contributi tali da consentire una sostanziale revisione delle prime ipotesi ministeriali.

"Siamo soddisfatti ma io non ho vinto nulla. Non ci sono vincitori e vinti". ha detto poi il presidente dell'Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, commentando stasera al Tg4 l'accordo sulla riapertura delle scuole. "In questi casi- afferma il governatore- si deve cercare di far vincere il paese, nel caso specifico bisogna far vincere la scuola italiana, e soprattutto i bambini e i ragazzi che dopo troppi mesi di lockdown hanno il diritto di tornare a scuola". Dunque un "accordo positivo", lo definisce Bonaccini, "che andra' verificato nei prossimi giorni e nelle prossime settimane". "Abbiamo ottenuto- evidenzia ancora il Presidente- un miliardo di euro in più per assumere docenti dove ce ne sia bisogno, dove bisogna raddoppiare le classi o fare quei lavori che servono per partire in sicurezza. Abbiamo ottenuto il metro di distanziamento e non il doppio o di piu', perche' avrebbe voluto dire dover trovare talmente tanti edifici da non poter ripartire tutti insieme". Infine "decisivo" il tema del trasporto scolastico, di cui si discutera' in una trattativa a parte. Perche' "se si devono fare piu' turni serviranno piu' corse e per farlo in sicurezza serve che ci siano le risorse", sottolinea ancora il presidente.

"Il Governo -  confermano il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e l'assessore all'Istruzione, Formazione e Lavoro, Melania Rizzoli - ha accettato tutte le richieste delle Regioni per chiudere l'accordo sul Piano Scuola. Il ministro Azzolina ha anche annunciato di aver ottenuto un altro miliardo di euro oltre quello gia' previsto dal cosiddetto decreto 'rilancio', dopo un vertice di stamattina con il presidente Conte e con il ministro Gualtieri". "La Conferenza delle Regioni - spiega Rizzoli - ha posto tre questioni pregiudiziali: la necessita' di prevedere risorse adeguate per poter realizzare le soluzioni organizzative e didattiche previste dal Piano; la definizione dell'organico necessario per applicare le prescrizioni del documento ministeriale; il trasporto pubblico, che richiedera' sia un'adeguata capacita' economica sia una grande attitudine organizzativa. Su quest'ultimo punto purtroppo, rispetto ai primi due si continuano ad avere dubbi".  "Per quanto riguarda il miliardo di euro - ha aggiunto il presidente Fontana - auspichiamo che questo nuovo annuncio trovi formalizzazione gia' in sede di conversione del decreto in modo da dare subito garanzie al mondo della scuola e agli enti territoriali chiamati ad una forte corresponsabilita' per il regolare avvio del nuovo anno scolastico". 

"Oltre a risorse aggiuntive - concludono Fontana e Rizzoli - sara' necessario un cambio di passo soprattutto nella capacità esecutiva del Piano. Chi conosce il mondo della scuola, sa quanto siano importanti i prossimi due mesi per completare tutte le ordinarie operazioni per l'avvio dell'anno scolastico. A maggior ragione quest'anno, sara' importante sfruttare i prossimi giorni soprattutto a livello territoriale. Dopo tutto il tempo perso, la scuola non puo' sopportare altri ritardi".

Anche l’assessore all’Istruzione della Regione Vento, Elena Donazzan, ha confermato  che “Il piano per la scuola è stato completamente riscritto dalle Regioni, quello presentato dal governo era irricevibile. Per il Veneto il documento approvato grazie al ruolo determinate delle Regioni rappresenta un buon risultato relativamente al tema delle  distanze, all’uso della mascherina e alla gestione degli spazi. Ma resta forte la preoccupazione per la carenza di organico: a settembre mancheranno 900 docenti e 1200 operatori Ata”.  “Il documento iniziale era irricevibile per le Regioni – ricostruisce l’assessore del Veneto - perché inapplicabile, in quanto prevedeva responsabilità indistinte e scaricava sui presidi e sugli enti locali il problema dell’organizzazione degli spazi e dei trasporti. Sindacati e associazione dei presidi l’hanno bocciato subito, anche i sindaci-insegnanti, ai quali ho personalmente chiesto una valutazione, hanno espresso un giudizio negativo. Di fatto ci siano ritrovati davanti ad un piano inemendabile, da bocciare su tutta la linea. Dopo tre giorni di serrato confronto, al quale peraltro il ministro Azzolina si è sottratta arrivando al tavolo solo ieri sera su istanza del ministro Boccia, le Regioni hanno ottenuto una riscrittura completa del piano”. Per Donazzan “il nuovo piano delle Regioni dirime alcune questioni semplici come l’inizio dell’anno scolastico (fissato al 14 settembre, anche se continuerò a chiedere che i seggi elettorali siano allestiti fuori dalle scuole), l’uso della mascherina (decisione rinviata a ridosso dell’inizio dell’anno scolastico), la distanza interpersonale in aula di un metro, da calcolarsi non tra banco e banco ma da testa a testa, in modo che sia possibile una migliore gestione degli spazi”.  “Per conto della Regione Veneto ho chiesto chiarezza sull’organico e sulla continuità didattica, in particolare quella degli insegnanti di sostegno – prosegue Donazzan -  Inoltre ho ribadito l’assoluta esigenza dell’assegnazione immediata dei docenti e del personale Ata per garantire la copertura delle cattedre ad inizio anno scolastico: ci servono almeno 900 docenti in più e di 1200 posti in più di personale di assistenza tecnica e amministrativa. Posti che non potremo certo coprire con i concorsi decisi da questa maggioranza (chissà quando saranno conclusi!) e che potrebbero invece essere velocemente coperti immettendo in ruolo i duemila docenti precari da anni  presenti nelle nostre graduatorie”.

“A questo punto la nostra maggiore preoccupazione è che l’anno scolastico inizi senza la necessaria copertura di docente e personale scolastico – conclude Donazzan – Gli errori di programmazione e il farraginoso meccanismo nazionale messo in piedi dal ministero per l’assegnazione dei docenti facciano rischiano di far arrivare i docenti definitivi in classe non prima di novembre”.

In ogni caso  "La scuola, e i tentativi per la sua riapertura post Covid, "sta rappresentando nella maniera peggiore l'ufficio complicazioni affari semplici", è il giudizio che arriva dal Presidente del Veneto Luca Zaia che, parlando con i giornalisti, non manca di ricordare che quando si aprì la partita sulla richiesta di autonomia per la Regione "ci dissero 'giu' le mani dalla scuola', ma se le mani che devono occuparsene sono queste", quelle cioè di chi è al Governo del paese, "c'è da preoccuparsi".

"La Regione Campania marca il proprio dissenso e non ha dato l'intesa al ministero della Pubblica istruzione sull'apertura dell'anno scolastico". Ad annunciarlo il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso della diretta Facebook del venerdì. ""E' irresponsabile - ha spiegato - andare a votare il 20 settembre. Nei 45 giorni prima del voto un ente può fare solo ordinaria amministrazione, proprio in quel periodo cruciale per dare una mano ai ragazzi e ai docenti per riapertura anno scolastico, noi siamo costretti a pensare alle liste, ai comizi e alle fesserie. Non si è capito perché non si è andato a votare l'ultima settimana di luglio. Hanno preso questa decisione e allora - ha proseguito - se ne assumono tutte le responsabilità"". "La Lega aveva proposto di andare a votare il 27 settembre, il M5s uguale: pensano che debba accadere chissà che cosa per guadagnare qualche voto. Ne perderanno ancora di più, ma - ha detto ancora De Luca - il nostro dissenso è anche nel merito: non è stato definito l'organico dei docenti, del personale Ata e amministrativo, non ci sono fondi sufficienti sugli arredi e per attrezzare le aule, si scaricano responsabilità su dirigenti scolastici e presidi. Espliciteremo il nostro dissenso e la nostra critica ferma - ha concluso il governatore - al ministro dell'Istruzione che ha consentito che i problemi della scuola diventassero problemi marginali rispetto alla politica politicante".

"Sulle linee guida eravamo tutti d'accordo", è la replica della Ministra Lucia Azzolina. "Sulla questione del 14 settembre abbiamo rinviato di poco. Ho letto le dichiarazioni del presidente De Luca - l'organico c'è, abbiamo fino a 50mila posti da dare. Penso che si arrivera' ad una soluzione anche con lui".

"Gli studenti liguri delle scuola di ogni ordine e grado torneranno in aula il 14 settembre". annuncia l'assessore regionale all'istruzione Ilaria Cavo dopo l'intesa data dalla Conferenza delle Regioni, alla presenza del presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, all'ordinanza del Ministero dell'Istruzione che prevede l'avvio del prossimo anno scolastico "a partire dal 14 settembre". "La scuola per noi è sempre stata una priorità - ha detto l'assessore Cavo - Siamo stati i primi a chiuderla nel momento dell'emergenza e volevamo essere i primi a riaprirla, pertanto abbiamo scelto la prima data utile, lunedì 14 settembre, che coincide con il primo giorno della settimana e va in continuità con gli anni passati dove si riprendeva sempre metà del mese. Per gli studenti, per gli insegnanti e per le loro famiglie è un importante segnale di ripartenza nella normalità". La data di inizio delle lezioni rientra nelle prerogative delle Regione che annuncia la scelta nella giornata in cui è stata data dalla Conferenza delle Regioni sia l'intesa sull'avvio dell'anno scolastico sia il parere favorevole alle linee guida della ripartenza della scuola del Ministero, ma dopo un intenso lavoro di emendamenti al testo da parte delle Regioni: "Possiamo oggi annunciare quando inizierà la scuola perché sappiamo come inizierà  - ha proseguito l'assessore - Gli emendamenti presentati dalle Regioni al documento del ministero, a cui ha contribuito Regione Liguria, hanno semplificato le regole della ripartenza, garantito un sistema più semplice di quello proposto ma soprattutto, avendo vincolato il parere favorevole alla garanzia di organico e risorse, abbiamo assicurato finanziamenti alle scuole e ai presidi che altrimenti sarebbero stati lasciati soli. Abbiamo voluto assicurare un ritorno a scuola in presenza nella situazione più normale possibile: una scuola dove sarà possibile avere un servizio di mensa e dove, se la condizione epidemiologica lo consentirà, sarà anche possibile stare in aula senza le mascherine. Anche questa volta, le regioni che hanno la percezione delle vere esigenze dei territori, degli enti locali proprietari degli immobili scolastici ma soprattutto delle famiglie hanno contribuito a dare risposte concrete ai cittadini ed è per questo che ci riteniamo soddisfatti del risultato raggiunto; questo non vuol dire che abbasseremo la guardia affinché ci sia una ripartenza che risponda ai criteri di sicurezza e di benessere per alunni, docenti e personale scolastico. La scuola - ha concluso - è il futuro e sarà sempre al centro del nostro lavoro e al primo posto della mia agenda".

La provincia autonoma di Bolzano spiega la propria peculiarità. Preso atto che il cosiddetto Piano scuola per l’anno scolastico 2020/2021 è definito e se la tendenza dei contagi dovesse restare quella attuale, la scuola in Alto Adige riprenderà con lezioni regolari il 7 settembre e senza obbligo di mascherina per i ragazzi nel rispetto di una distanza di un metro. Una decisione in merito è stata presa nel pomeriggio dalla Conferenza unificata i cui rappresentanti si sono riuniti in videoconferenza. Per quanto riguarda il quadro nazionale è previsto che il comitato tecnico scientifico ”almeno 2 settimane prima dell’inizio delle scuole, aggiornerà, in considerazione del quadro epidemiologico, le proprie indicazioni in merito all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale per gli alunni e per gli insegnanti”. “Siamo d’accordo con la tabella di marcia fissata dal governo – afferma il presidente Arno Kompatscher – ma vogliamo tenere il nostro margine di autonomia nelle decisioni”. Nel resto d’Italia l’anno scolastico riprenderà con ogni probabilità il 14 settembre, mentre in Alto Adige in tutte le scuole – comprese quelle dell’infanzia - si partirà il 7 settembre. Nel corso della riunione il presidente si è espresso chiaramente a favore di una “ripresa regolare e senza mascherine. Una decisione sarà presa comunque alla luce dell’andamento dei dati epidemiologici".

“Abbiamo concordato – aggiunge l'assessore Giuliano Vettorato - che la scuola in Alto Adige ricominci il 7 settembre e che la ripartenza sia in presenza, con l’auspicio che non si verifichi una nuova ondata di contagi. I nostri ragazzi hanno bisogno del confronto e del contatto sociale con gli insegnanti e con i compagni di classe. Abbiamo lavorato con le altre regioni in questi giorni affinché il piano potesse rispondere quanto più possibile alle esigenze didattiche e formative dei nostri alunni”. Se la situazione epidemiologica dovesse cambiare in negativo, la Sovrintendenza italiana ha già preparato linee guida  per affrontare altri due possibili tipi di scenario. Per l’assessore alla scuola in lingua tedesca Philipp Achammer  “occorre fare tutto il possibile per garantire il diritto all’istruzione dei nostri ragazzi, ed è quindi auspicabile che ciò avvenga con lezioni regolari a partire da settembre”. Lo stesso viene auspicato anche dall’assessore in lingua ladina, Daniel Alfreider. “Con tutte le parti interessate si stanno elaborando – aggiunge – le indicazioni per permettere un rientro con le necessarie misure di sicurezza”.

A riconoscere lo sforzo delle Regioni è il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia. Sono già stati stanziati 4,6 miliardi - sottolinea Boccia -, ora se ne aggiunge uno da finanziare con uno scostamento di bilancio che dovrà votare il Parlamento. Bisogna andare indietro di decenni per trovare investimenti così cospicui sulla scuola". Quanto alle linee guida, precisa che "non sono intoccabili e niente è imposto: saranno i presidi, sul campo, a dirci se qualcosa va cambiato, e lo aggiusteremo. Con i ministri Speranza e Azzolina abbiamo concordato che due settimane prima dell'inizio della scuola faremo una ulteriore valutazione". Sulla riapertura anticipata delle scuole, "non si poteva fare - dice il ministro - se non mettendo a rischio la salute di ragazzi e docenti. Ricordo che altri Paesi che hanno aperto prima hanno poi dovuto fare retromarcia. Prima di tutto si è dovuto pensare alla tenuta del Paese e alla tutela della salute. Fatto questo, la scuola è una priorità. Saremo giudicati rispetto alle risorse che arriveranno e a come cambierà la scuola a settembre e lungo tutto il prossimo anno. La sperimentazione degli esami di Stato, intanto - e lo dico da papà di un maturato - ha funzionato bene".

Anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, sottolinea che “L’intesa trovata oggi tra governo, Regioni, Province e Comuni sulle linee guida relative alla riapertura delle scuole è un primo importante passo avanti. Ora dobbiamo continuare a lavorare insieme, anche con il massimo coinvolgimento delle forze sociali. È essenziale investire nuove, ingenti risorse per garantire la riapertura di tutte le scuole, nella massima sicurezza. Un obiettivo fondamentale, su cui tutto il Paese deve essere unito”. 

La vice ministra all'Istruzione Anna Ascani su Facebook scrive che "L'intesa sul Piano scuola in Conferenza unificata è il frutto di uno "straordinario lavoro di squadra"che ha approntato anche degli strumenti particolari come "un cruscotto" che raccoglie le misure dei metri quadri delle aule italiane, lo sottolinea la . ""E' stata raggiunta l'intesa in Conferenza Unificata sulle cosiddette linee guida per la riapertura delle scuole a settembre. È una buona notizia"", scrive la vice ministra, raccontando: ""Nelle ultime settimane ho incontrato una per una tutte le Regioni, i rappresentanti regionali di Anci, Upi e gli uffici scolastici regionali e, grazie a uno straordinario lavoro di squadra, abbiamo costruito un 'cruscotto' che raccoglie la misura in metri quadrati delle aule delle nostre scuole (i Comuni stanno continuando ad aggiornare ora dopo ora questi dati)"". E ""attraverso questo strumento - che consente di inserire il distanziamento e il numero degli iscritti come parametri - riusciamo a verificare con immediatezza quali e quante sono le situazioni che presentano criticità dal punto di vista degli spazi disponibili. Il confronto tra gli Enti proprietari degli edifici e i dirigenti scolastici consente poi di intervenire laddove servano modifiche agli arredi (es. passare dal banco doppio al banco singolo) o alle strutture (es. sostituire una finestra che si apre verso l'interno con una a scorrimento per risparmiare spazio) o di individuare, in caso di necessità, altri spazi per lo svolgimento della didattica". "Abbiamo inserito nel 'cruscotto' - prosegue la vice ministra - un primo elenco di edifici scolastici dismessi, ma utilizzabili. Le scuole hanno già nelle loro casse 331 milioni per organizzare la ripresa. Per quel che riguarda gli Enti Locali abbiamo pubblicato l'avviso per l'assegnazione dei primi 330 milioni e siamo pronti ad autorizzare gli interventi che potranno essere eseguiti con estrema rapidità grazie ai poteri commissariali assegnati a Sindaci, Presidenti di Provincia e Sindaci di Città Metropolitana nell'ultimo decreto scuola".  E - assicura la vice ministra - ""gli interventi straordinari necessari per risolvere le criticità avranno l'adeguata copertura finanziaria"". ""Sempre sul tema risorse - prosegue Ascani - qualche giorno fa ho partecipato per il ministero alla Conferenza che ha approvato il riparto di 264 milioni tra le Regioni per il sostegno al sistema integrato di educazione e istruzione. Nel documento licenziato oggi vi sono alcune linee metodologiche utili alla ripartenza, ma anche in questo caso è importante che tutte le istituzioni vengano sostenute e accompagnate affinché a settembre nessuno debba rinunciare a quello che è a tutti gli effetti il primo step del percorso educativo di un bambino e, dunque, un diritto, prima ancora che un sostegno alle famiglie"". E ""per quanto riguarda il personale, il Decreto Rilancio ha già previsto per il Ministero dell'Istruzione 1 miliardo a cavallo tra il 2020 e il 2021 utilizzabile anche per le esigenze legate all'organico. Gli uffici scolastici regionali, raccordandosi coi dirigenti scolastici e con gli Enti Locali, segnaleranno all'Amministrazione centrale le criticità più rilevanti e si interverrà per risolverle, anche coinvolgendo le organizzazioni sindacali in un tavolo nazionale che si occuperà, tra gli altri aspetti, di disporre insieme alla Protezione civile il protocollo sulla sicurezza, da calare poi a livello territoriale come avvenuto per gli Esami di Stato"". Inoltre, ""come ha chiesto questa mattina il Segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti, grazie al lavoro che abbiamo fatto in queste ore con la ministra Azzolina, le Regioni e gli Enti Locali, non mancherà nessuna risorsa necessaria a garantire risposte alle esigenze delle scuole e dei territori"".

"Riguardo il dibattito che si è aperto sull'autonomia - evidenzia la vice ministra all'Istruzione - credo che le preoccupazioni dei Dirigenti Scolastici siano comprensibili, così come è più che corretta la loro richiesta di avere strumenti commisurati alle responsabilità che vengono loro affidate. Strumenti che non mancheranno"". E - assicura Ascani - ""nessuno sarà lasciato solo. Vale per i dirigenti, per i docenti e per tutto il personale scolastico, per gli Enti Locali, per le Regioni"". Quindi ""da oggi inizia la fase più importante, quella cioè che comporta un lavoro fatto scuola per scuola per risolvere tutte le criticità. Il lavoro indispensabile a riprendere l'attività didattica a settembre, in presenza e in sicurezza, in tutti gli istituti"". ""Per questa ragione - conclude la vice ministra Ascani - al netto del dibattito che si è aperto in questi mesi, è importante che le energie di tutti convergano per il perseguimento di questo obiettivo. Ne va della credibilità non del nostro Ministero o di un governo, ma del Paese tutto"". (Regioni.it 3871 - 30/06/2020)